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domenica 17 aprile 2011

L’unica rivista buona è una rivista online

Le riviste sono belle, ammettiamolo. C’è qualcosa di stranamente rilassante nel prendere in mano un bel periodico, sfogliandolo pagina dopo pagina nel tempo libero. Le riviste (o magazine, per dirla all’inglese) possono rappresentare un’ottima finestra sul mondo, e anche un luogo dove aprirsi culturalmente a nuovi orizzonti. Solo che c’è un problema: non sempre sono all’altezza delle nostre aspettative. E non sempre ci offrono quello che cerchiamo. In questo post vi parlerò dell’ultima, straordinaria, anomala rivista che mi è capitata tra le mani.

Tra le mani? No, non proprio. Players (http://www.playersmagazine.it/) è infatti una rivista online, nata e pensata solo per una fruizione digitale. Allora è un sito? direte voi. No, non proprio, ripeterei io. Players è una rivista online. Nel senso che: 1) è impaginata esattamente come un qualsiasi magazine che trovereste nelle edicole, però 2) non la trovate nelle edicole, ma solo online. Di fatto, è come leggere su uno schermo una versione “scannerizzata” di una rivista cartacea: solo che, in questo caso, la rivista cartacea non è mai esistita.

Lo so, non è una novità assoluta: in tempi di iPad e e-reader, molti quotidiani hanno già reso possibile la consultazione della copia cartacea in versione digitale; tuttavia, non disponendo di uno dei succitati aggeggi, non mi era mai capitato di sperimentare la cosa di persona. Però in questo caso qualcosa di nuovo – credo non solo per me – c’è: Players è un mensile realizzato e pensato come una rivista cartacea, ma distribuito solo ed esclusivamente online. Appare quindi come uno strano ibrido, come un prodotto del passato lanciato a capofitto nel futuro: e già per questo meriterebbe una prima occhiata, se non altro per curiosità.

Ma che genere di rivista è Players a livello di contenuti? La risposta è molto semplice: è il genere di rivista che contiene tutto quello che mi piace. Sul suo sito, il progetto è presentato come qualcosa che «mira a discutere di intrattenimento in maniera matura e indipendente, coinvolgendo un pubblico smaliziato e vagamente geek». La descrizione è perfetta: il magazine parla di cinema, libri, fumetti, musica, arti grafiche, tv, videogiochi e cultura. Players è (dovrebbe essere? Diventerà?) il punto di riferimento editoriale per i giovani controculturalmente alfabetizzati. Tipo noi, ad esempio.

Il primo numero della rivista è uscito a gennaio 2011, dopo un numero 00 datato dicembre 2010, mentre nei prossimi giorni dovrebbe uscire il numero 4. Una delle grandi comodità di pubblicare solo su Internet è che non rischiate di perdervi un numero: andando sul sito del progetto avrete accesso all’archivio di tutti i numeri, pronti per essere letti online (sono ospitati sulla piattaforma Issuu) oppure scaricati in formato pdf. Chiunque sia interessato, a questo punto, potrà andare a vedere di persona di cosa sto parlando in modo così entusiasta. Se qualcuno sta ancora leggendo, di seguito elencherò gli aspetti che più mi hanno colpito di questa rivista.

1) L’aspetto grafico. Players è un magazine bello da guardare. Ma davvero tanto. Grande spazio alle fotografie e alle immagini, spesso a tutta pagina. Titoli grandi e accattivanti. Font puliti e comprensibili. Un ottimo lavoro di impaginazione. Insomma, si lascia guardare più che dignitosamente.
Peraltro, potrete ammirare tutti i dettagli più nascosti di ogni pagina: essendo digitale, si può zoomare a piacimento su ogni facciata, ingrandendole per poter leggere meglio il testo o semplicemente per guardare meglio le foto.

2) I contenuti in sé. Players parla di cose interessanti. Riesce a condensare in un centinaio di pagine tutti gli aspetti salienti dell’industria culturale moderna, rivolgendosi esplicitamente a un pubblico giovane ma non troppo (il target secondo me è tra i venti e quaranta anni). Recensioni, interviste e commenti: la rivista offre essenzialmente questo (anche se devo ammettere che alcuni articoli sono un po’ troppo corti per i miei gusti).
Ma non si limita ai titoli di punta o alle opere di cui potete sentire parlare ovunque. C’è un certo gusto dell’esotico, che fa sì che in ogni numero si parli di qualcosa di alternativo o insolito, quantomeno per gli standard giornalistici italiani. Nell’ultimo numero, per esempio, si parla di un filmone russo (The Inhabited Island), laddove nel precedente si dava spazio a una assurda produzione spagnola (Balada triste de trompeta): cose che potranno anche non piacere, ma che denotano uno sforzo di andare oltre quello che il lettore si aspetterebbe, stupendolo piacevolmente con qualcosa di nuovo.

3) Il prezzo. Players è gratis. Leggere e scaricare la rivista non costa nulla al lettore: probabilmente una conseguenza della digitalizzazione, che permette di evitare gli immani costi della carta e della distribuzione, sostituendo il tutto con bit e click. Ma in qualche modo il magazine dovrà pur essere realizzato, no? E allora ecco la soluzione proposta da Players: la rivista viene finanziata da donazioni volontarie. I realizzatori esortano coloro che hanno gradito i numeri del giornale a donare una cifra (qualsiasi cifra) per il proseguimento del progetto.
Players però riesce ad essere originale anche in questo. A seconda della cifra che deciderà di donare, infatti, il finanziatore avrà diritto a bonus diversi. Ad esempio, donando più di 20€, si verrà ringraziati – con nome e cognome, o nickname – sulle pagine della rivista; oppure, donando più di 50€, si avrà la possibilità di richiedere un articolo su un argomento specifico, che verrà poi pubblicato in uno dei numeri successivi.
Non so se questo metodo porterà i suoi frutti (sulla home del progetto c’è il contatore delle donazioni, e non segna cifre stratosferiche), ma mi sembra un buon metodo per creare un rapporto di solidarietà (e forse fedeltà) con il proprio pubblico.

Più dei miei giudizi, varrà quello che avrete modo di vedere di persone esplorando la rivista. Il mio consiglio – se vi piacciono cinema, libri, musica, televisione, videogiochi, fumetti e arti grafiche (e vi piacciono, lo so) – è di darci un’occhiata approfondita: potreste trovare quello che avete sempre cercato, ma che nessuno aveva mai pensato di realizzare per voi. In effetti credo che avere un iPad semplifichi molto la cosa: ti scarichi il pdf e te lo leggi dove ti pare, anche in posti dove un pc risulta scomodo.
Tenete d’occhio anche il sito, che offre contenuti diversi dalla rivista: su tutti, vi segnalo le playlist tematiche (in modo particolare quella sulla primavera).

Al di là di tutto, e al di là del caso specifico, mi sembra interessante proprio l’iniziativa in sé. Dare vita ad una rivista del genere è già un importante segnale di vitalità. Il fatto che – come si deduce – a farla siano giornalisti fra i trenta e i quaranta anni, è un ulteriore indizio. Sembra quasi suggerirmi che, in fondo, quello di cui vado parlando da un po’ (tipo l’importanza della cosiddetta controcultura, e la direzione in cui sta andando l’industria culturale) è vero. Non credo che Players segni l’inizio di una rivoluzione nel modo di parlare di intrattenimento, però è sicuramente un primo, significativo passo in avanti. Vedremo dove ci porterà questa strada.

Luigi

3 commenti:

Unknown ha detto...

Ommioddio, ma è una ficata!
Scusate l' entusiasmo, ma ho guardato il sito frucchiando qua e là e l' ho trovato veramente fantastico. A parte l' idea che secondo me è già vincente di suo, soprattutto in quanto cavalca l' onda degli e-reader, come diceva Luigi, la home page del sito è veramente funzionale. C'è tutto, e si capisce dove sta ogni cosa, potendo arrivare dove interessa di più. E' un po' ingombra, ma chiara.
Sono stati veramente bravi davvero. Gli articoli sono molto professionali, a mio avviso, di quel professionale, intendiamoci, tipico dell' editoria moderna: frasi brevi, ritmi veloci, parole di uso quotidiano, etc... A ogni modo, perfettamente calzante alla tipologia di prodotto.
Gli argomenti scelti sono tutti molto interessanti, investono qualunque campo della produzione artistica moderna e la veste grafica accattivante rende il tutto ancora più piacevole da leggere.
Insomma, io promuovo il sito a pieni voti.
Inoltre, l' idea delle playlist tematiche è una cosa fantastica, una di quelle cose di cui ho sempre sentito la mancanza (davvero!).

Gabriele ha detto...

grandissima dritta questa mi mancava.... ma che carina questa rivista on line... a dimostrazione che basta solo un po' di impegno e di fantasia per poter creare qualcosa di buono e magari, perchè no, poterne trarre anche profitto.

magari inventassero un e-magazine-reader da 20 pollici :(

Matteo R. ha detto...

Anche io l'ho trovata carina e parzialmente rispondente ai miei interessi. Mi piace molto l'idea di una rivista online con un archivio dei numeri precedenti in pdf. Mi rende felice.

Invece presentarla anche sotto formato sfogliabile mi piace di meno: mi sembra poco più di un giochetto, un retaggio delle passate riviste cartacee. Visto che questa è sul web, secondo me non ha affatto bisogno di scimmiottare qualcosa con cui (presumo) è destinata a coesistere. Ma a me non fa neanche impazzire l'idea dell'e-reader, quindi magari sono solo la voce del passato

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