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domenica 17 aprile 2011

L’unica rivista buona è una rivista online

Le riviste sono belle, ammettiamolo. C’è qualcosa di stranamente rilassante nel prendere in mano un bel periodico, sfogliandolo pagina dopo pagina nel tempo libero. Le riviste (o magazine, per dirla all’inglese) possono rappresentare un’ottima finestra sul mondo, e anche un luogo dove aprirsi culturalmente a nuovi orizzonti. Solo che c’è un problema: non sempre sono all’altezza delle nostre aspettative. E non sempre ci offrono quello che cerchiamo. In questo post vi parlerò dell’ultima, straordinaria, anomala rivista che mi è capitata tra le mani.

martedì 12 aprile 2011

Educazione Siberiana di Nicolai Lilin

Nicolai Lilin è per certi aspetti il tipico scrittore del nostro tempo: giovane (è nato nel 1980), scrive libri in cui ha un ruolo preponderante l'autobiografia, ha uno stile agile e veloce, si sa pubblicizzare partecipando a e organizzando eventi, essendo presente sul web con un sito e una pagina su Facebook, non disdegnando le apparizioni televisive. In più affianca all'attività dello scrittore quella del tatuatore che sicuramente gli assicura un fascino particolare, decisamente incrementato dalle regole che pone alla base di quest'attività: come si evince dal nome (che lui stesso preferisce traslitterare in questa forma), Nicolai Lilin è slavo e i tatuaggi che realizza si rifanno all'arte del popolo da cui proviene, la comunità Urca.
Gli Urca sono Siberiani, una delle migliaia di culture fiorite in quell'enorme quantità di terra compresa tra la Russia europea, il Caucaso, le steppe dell'Asia Centrale e i limiti estremi della Siberia, terre immense quanto lontane, sconosciute per noi Europei che pure ne siamo i vicini. Un esotico freddo e sconosciuto.

mercoledì 6 aprile 2011

Cimiteri - post fotografico

Preambolo.
Non sono certo io a dover raccontare del fascino dei cimiteri. Come ho sentito dire recentemente ad un laureando di Media e Giornalismo durante l'esposizione della sua tesi (una tesi peraltro tanto antiscientifica da basarsi su enormi luoghi comuni): 
- «No, perché, cioè... la morte affascina l'uomo, anche oggi che la tivvù ce la fa vedere ogni giorno, perché alla morte non ci si abitua...».

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