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mercoledì 21 dicembre 2011

Qualche motivo per attendere Lo Hobbit

Questo pomeriggio ho ricevuto un sms dal mio amico Jacopo, che mi invitava a vedere il trailer de Lo Hobbit. Seguiva un suo commento piuttosto duro nei confronti del film, che da queste prime immagini sembrerebbe riciclare molti elementi del suo illustre predecessore (Il Signore degli Anelli, per la cronaca). Io il trailer lo avevo visto poche ore prima, e ho potuto quindi formulare un sms di risposta. Lo spazio angusto dei messaggini, però, mi sembra troppo ristretto per esaurire la tematica, e così adesso vi beccate il post.

La condizione necessaria per capire quello che state per leggere è recuperare e vedere il trailer in questione. Lo troverete a questo indirizzo: al momento in cui scrivo il video è stato caricato da 14 ore, e in questo lasso di tempo ha ricevuto quasi 2 milioni di contatti. Non male.

Lo Hobbit è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di J.R.R. Tolkien. La farò molto semplice: il libro in questione è stato pubblicato una ventina di anni prima dell’opera più famosa dello scrittore, Il Signore degli Anelli, e ne costituisce una sorta di antefatto; protagonista della vicenda è Bilbo, e la storia parla – tra le altre cose – di come attraverso varie peripezie sia entrato in possesso dell’anello che ha un ruolo centrale nell’intero universo tolkeniano. Il tono dell’opera è però diverso dalla trilogia-sequel: spero che nessuno si offenda se affermo che Lo Hobbit – un libro bellissimo – è più vicino ad essere un libro per bambini che un libro per adulti (non è una critica, anzi).

Ora, visto il successo della trilogia cinematografica (tre film distribuiti in Italia tra il 2002 e il 2004), lo stesso regista e lo stesso team di sceneggiatori stanno portando sullo schermo anche il libro che ne costituisce la premessa. Il libro – come purtroppo va di moda ultimamente – è stato diviso in due film: la data di uscita del primo è prevista per il dicembre 2012, e ieri ne è uscito il primo trailer. Cosa ne penso? Che è uno dei film che attendo di più nel prossimo anno. Ecco perché:

1) Viene dopo Il Signore degli Anelli, ed è fatto dalle stesse persone dietro al Signore degli Anelli. Ci sono pochi film che hanno diviso i fan come la trilogia di Peter Jackson: io, come è noto, sono fra quelli che l’hanno adorata. Per me l’idea di poter tornare, con un nuovo film, nella Terra di Mezzo è pura magia. Non tutti la pensano come me: l’adattamento cinematografico è, per sua natura, un adattamento e non una fedele trasposizione, quindi molti dettagli presenti nel libro sullo schermo si perdono. Quando si parla di Signore degli Anelli, però, i dettagli non sono solo dettagli: sono un mondo intero. Questo, inevitabilmente, ha scontentato molti. Io però sono del parere che si tratta di un prezzo accettabile da pagare se poi il risultato è stato quello che abbiamo avuto: Il Signore degli Anelli, a mio modesto parere, è stato l’ultimo film talmente potente da rivoluzionare l’immaginario collettivo. Cosa vuol dire? Una volta ero in un ristorante e a un certo punto mio padre mi ha detto: “Guarda: quel cameriere sembra un hobbit”. Vuol dire questo.

2) La regia di Peter Jackson. E pensare che senza Il Signore degli Anelli non lo avremmo mai scoperto, e probabilmente lui starebbe ancora producendo horror-splatter in Nuova Zelanda. Eppure Peter Jackson sa il fatto suo, e con la trilogia lo ha dimostrato: a mio parere rivaleggia con Spielberg in quanto a bravura con la macchina da presa. Da questo trailer sembra che in questi anni non si sia affatto arrugginito: quella scena tra gli alberi con la telecamera che scende a spirale tra i rami per me vale già il prezzo del biglietto.

3) La musica di Howard Shore. Ok, io sono fissato con le musiche dei film. Sono uno che, pur non sapendone niente di musica, riesce a riconoscere gli stili dei vari compositori. Questo perché per me la musica vale tanto in un film. E la madre di tutte le colonne sonore è quella composta da Howard Shore per Il Signore degli Anelli. È incredibile come mi sia rimasta impressa da subito, sin dal primo ascolto. Beh, risentirla all’inizio di questo trailer è stato emozionante; e l’accenno di nuove partiture nel finale mi lascia ben sperare per quello che sentiremo al cinema.

4) Sarà un film spettacolare. Ma non nel senso delle battaglie campali o dei combattimenti mozzafiato (non solo almeno). Sarà spettacolare per le visioni idilliache, per i paesaggi ancestrali, per la ricostruzione scenografica, per i dettagli minuziosi con cui verrà ricostruito un altro mondo, per la fotografia, per la regia e per la musica (vedi sopra). Per dirla in una parola: sarà un film epico. E tutto questo si evince già dal trailer: pensate un po’ cosa devono essere i film.

5) Sono passati dieci anni dall’uscita del primo film, eppure questo trailer sembra dirci che nulla è cambiato. Ha ragione Jacopo quando dice che le scenografie e i vestiti di Gandalf sono riciclati: ma io non vedo come potrebbe essere diversamente. La cosa che più mi ha stupito del trailer è che assomiglia al primo trailer de Il Signore degli Anelli che vidi all'epoca: in qualche modo è riuscito a trasmettermi le stesse sensazioni. È come se tutto ciò, in quanto fan, mi rassicurasse: come se il trailer mi dicesse “Stai tranquillo, andrà tutto bene”.

Certo, queste sono soltanto impressioni a pelle, frutto della visione di un trailer. E un trailer, in un modo o nell’altro, ha la funzione di portare la gente al cinema: il film in sé sarà un’altra cosa, e quello lo giudicherò soltanto dopo che sarà uscito. Per il momento mi baso su quello che ho visto, e il mio giudizio è abbastanza positivo da farmi aspettare con ansia questo (questi) film.

Tuttavia dubito che Lo Hobbit avrà lo stesso effetto de Il Signore degli Anelli. A suo sfavore gioca il venire dopo, l’essere stato preceduto da un’opera che è stata un grande successo sia dal punto di vista commerciale che da quello critico (senza dimenticare i 17 Oscar che complessivamente la trilogia si è portata a casa). Anche a livello personale sono convinto che non sarà la stessa cosa: Il Signore degli Anelli mi ha affascinato così tanto perché l’ho visto a tredici anni, in un’epoca in cui avevo visto ancora pochi film, andare al cinema era un evento eccezionale, ed era molto facile emozionarmi davanti al grande schermo. Recuperare quella sensazione è impossibile: se lo stesso film uscisse per la prima volta oggi, forse l’effetto non sarebbe lo stesso, tanto su di me quanto sul resto degli spettatori. Ma in fondo la magia del cinema è anche questa.

Il minimo che possa fare, quindi, è aspettare pazientemente un altro anno. A giudicare dai commenti su Youtube, sono in buona compagnia.

Luigi

1 commento:

Matteo R. ha detto...

Io sono sostanzialmente d'accordo con te, per quanto il mio rapporto con la Trilogia in versione cinematografica sia più contrastato: grandissimi, bellissimi film, ma con troppe poche cose in comune rispetto alle cose che rendono la Trilogia sotto forma di libri unica e per noi fan eccezionale.

Sarà comunque fantastico riandare nella terra di mezzo e vedere finalmmente per bene bosco atro e i vari nani. Sarà bellissimo, anche se saremo degli adulti che guardano una storia che si rivolge prima di tutto a dei bambini (speriamo che il film abbia questo spirito e non sia impregnato di sgradevoli e fuori posto elementi "gotici").
Per me la più grande colpa che ha il film dello Hobbit è di essere diviso in due film: già mi sembra una forzatura inutile, ma il fatto che si inserisca in un filone "alla moda" (l'ultimo HP, l'ultimo di Twilight...) mi dà proprio fastidio. Mi fido poco della scelta di produzione, che mirerà in qualche modo ad attirare il pubblico della Trilogia, invece che i suoi figli.

Da questo punto di vista sono un po' contento che siano passati dieci anni da quando è uscito la Compagnia: se questo film fosse uscito tipo nel 2008, magari con Tom Cruise, molto più probabiblmente sarebbe stato una cagata, troppo condizionato dall'euforia collettiva per l'eccezionale "sequel".
Che poi queste considerazioni vadano riviste presa visione dle film mi sembra scontato, ma io toccando ferro, e un po' più malfidato di te, dico: aspettiamo, con un po' di ansia

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